EVENTO CONCLUSO

I Joan Of Arc saranno in tour per sole 16 date in Europa saranno per la prima volta in Umbria, ad Umbertide, martedì 30 Novembre, nel splendida location del Cinema Metropolis.
Prendiamo in prestito le parole di Fabio Codias su Storiadellamusica.it quando dice che:

“C’è stato un periodo in cui tutti ascoltavano post-rock, tutti suonavano post-rock e tutti parlavano di post-rock. C’erano centinaia di bands post-rock a Chicago, riunite intorno allo studio di registrazione di John McEntire dei Tortoise, altrettante a Louisville, tutte adepte di “Bible silver corner” (primo pezzo dell’album “Rusty” dei Rodan) e c’era una scena post-rock nel Regno Unito (Mogwai, Arab Strap …). Era post-rock il modernariato degli Stereolab e la canzone d’autore degli Smog, lo slow core dei Bedhead e il delirio ritmico dei Don Caballero, il rock da camera dei Rachel’s e quello spigoloso dei June of ’44, il punk sghembo degli Shellac e le ballate morbide dei Red house painters. Ad un certo punto si avvicinarono al post rock anche i Sonic Youth (“N. Y. C. ghosts and flowers” – 2000, con Jim O’Rourke in formazione), i Fugazi (“The Argument” – 2001), e più recentemente Vic Chestnutt (“North star deserter” – 2007, interamente suonato da membri dei Godspeed you black emperor).
Queste strane convivenze furono rese possibile solo dalla geniale genericità della definizione coniata dal critico musicale Simon Reynolds”.
A quei tempi, prima che tutto questo, insieme alla nuova invasione brit pop, diventasse indie, i JOAN OF ARK dei fratelli Kinsella erano considerati una delle punte di diamante della scena chicagoana.

Ma torniamo a Codias che nella sua recensione di “Boo! Human” ci facilita il lavoro di spiegarvi chi sono i JOAN OF ARC!

“Post-rock è destrutturazione della canzone rock, idea nata con alcune bands di Chicago che utilizzavano l’impianto rock al servizio di musica che superava (post) la forma-canzone rock. Bene, allora il post rock è Mike Kinsella.
Uno che di mestiere fa il barista al Rainbo (la Mecca del post-rock di Chicago) e nel tempo libero suona nei Cap’n Jazz, negli Sky Corvair, negli Owls, nei Friend/Enemy, nei Make Believe, negli Everyoned, nei Tim Kinsella(s) e soprattutto nei Joan of Arc”.
Non vi basta ?
“Uno che ha preso il punk emotivo dei Fugazi e lo ha deviato verso forme “arty” nei primi album dei Joan of Arc (“A portable model of “ e “How memory works”), uno che, sempre come Joan of Arc, ha pubblicato un capolavoro come “The gap” nel 2000, album inclassificabile (e che quindi definiremo post-rock), scrollandosi di dosso l’odiata etichetta “emo”, felicemente ceduta ai Promise ring dell’ex compare (nei Cap’n Jazz) Davey von Bohlen.
Mike è ancora tra noi. Anche se di post-rock non si parla quasi più (o se ne parla a sproposito, per gruppi come Sigur Ros o Explosions in the sky). Mike è ancora tra i migliori (post)rockers e (post)songwriters in circolazione.”

Special guest i compagni di etichetta (Polyvinyl records) e concittadini LOVE OF EVERYTHING, da Chicago, solo project di Bobby Burg dei Joan Of Arc / MAke Belive. Bobby vanta anche uno split 7″ all’attivo con Mount Eerie (Phil Elvrum/The Microphones) e l’album “Best in Tensions” registrato al Semaphore Recording Ltd. di Chicago da Neil Strauch (Bonnie Prince Billy, Iron & Wine),
Love Of Everything ora sono: Bobby Burg e la moglie Elisse La Roche, con Tim Kinsella alla batteria (Joan of Arc, Make Believe), Jeremy Bolen (Chin Up Chin Up), Jeanine O’Toole (1900s).