Dopo oltre vent’anni dall’uscita del film su Basquiat, il regista Julian Schnabel torna a raccontare la grande arte, questa volta portando sul grande schermo con Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità gli ultimi e tormentati anni di Vincent Van Gogh. Un ritratto dell’irrequieto pittore olandese – qui interpretato da un sorprendete Willem Dafoe – dal burrascoso rapporto con Gauguin (Oscar Isaac) nel 1988 fino al colpo di pistola che gli ha tolto la vita a soli 37 anni. Un frangente di vita frenetico quello preso in considerazione, che ha portato a momenti molto produttivi e alla conseguente creazione di capolavori che hanno fatto la storia dell’arte e che tutt’oggi continuano a incantare il mondo intero.
Pittore stimatissimo e quotatissimo, uno dei nomi più conosciuti e rilevanti dell’arte contemporanea, Julian Schnabel debuttò nella regia cinematografica nel 1996 con Basquiat, film biografico dedicato all’artista simbolo, assieme a Keith Haring, del graffitismo, morto nel 1988 a soli ventisette anni (come le rockstar…) per un’overdose.
A ventidue anni da quel film, dopo aver girato opere come Lo scafandro e la farfalla e Miral, Schnabel torna a raccontare al cinema la vita di un collega pittore in questo Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità, presentato in prima mondiale e in concorso al Festival di Venezia 2018: dove Willem Dafoe, voluto da Schnabel nel ruolo del protagonista, ha conquistato la Coppa Volpi come miglior attore.