Standing ovation alle prime proiezioni al Toronto Film Festival, vittoria del premio del pubblico, e trionfo come miglior film, sezione commedia o musical, ai Golden Globe 2019. Chiunque abbia già visto Green Book, in perfetto equilibrio fra risata e parabola sulla tolleranza, ne è rimasto conquistato. Gli americani hanno un termine per definire questo tipo di film: un crowd pleaser, e non stupisce che proprio attraverso le risate si possa veicolare un messaggio di rispetto della diversità, un invito a guardare al diverso con curiosità, magari per ribaltare un pregiudizio negativo. Sono tematiche sempre attuali, a maggior ragione in un’epoca in cui le minoranze stanno rivendicando a giusto titolo la dovuta attenzione anche a Hollywood.
Il film ha come protagonisti Viggo Mortensen e Mahershala Ali e racconta l’amicizia tra un buttafuori italoamericano e un pianista di grande successo ed eleganza, afroamericano, nell’America degli anni Sessanta. I due viaggeranno insieme in turné – il bianco a fare da autista al nero, per i tempi inaudito – lungo gli stati più razzisti del sud. È ispirato alla storia vera di Tony Lip, padre dello sceneggiatore Nick Vallelonga, che ha scritto il film insieme al regista Peter Farrelly, per una volta senza il fratello Bobby, con cui ha diretto film demenziali di grande successo come Tutti pazzi per Mary, Scemo & più scemo, Amore a prima svista.
Il titolo fa riferimento alla The Negro Motorist Green Book, una guida pubblicata dagli anni 50 dedicata ai viaggiatori afroamericani, scritta da Hugo Green, per aiutarli a trovare motel (non certo hotel di livello, rigorosamente riservati ai bianchi) e ristoranti che li avrebbero accettati.
Nel cast anche una deliziosa Linda Cardellini, nel ruolo della moglie di Nick, alias Viggo, con quest’ultimo che per indossare i corpulenti panni del non certo raffinato buttafuori è ingrassato più di venti chili.
Viggo Mortensen è un attore americano di origini danesi, ma non solo, è anche pittore, poeta, fotografo, musicista e molto altro. Un vero uomo del rinascimento, come amano dire gli americani, che è noto per la sua interpretazione di Aragorn nella saga del Signore degli Anelli diretta da Peter Jackson e ha ottenuto due nomination agli Oscar, per A History of Violence e, più recentemente, per Captain Fantastic (2017).
Mahershala Ali è il talentuoso pianista nero del film, un attore di grande finezza lanciato negli ultimi anni, prima dall’interpretazione di Remy Danton nella serie House of Cards, poi dal suo ruolo in Moonlight, per cui ha vinto l’Oscar come miglior attore non protagonista. La prima volta per un musulmano. Se pensate che il suo nome suoni difficile da pronunciare, sappiate che il suo vero è Mahershalalhashbaz, viene dalla Bibbia e vuol dire, in ebraico, “rapida preda, pronto bottino”. Presto sarà protagonista della terza stagione della serie True Detective.
Green Book ha vinto il premio del National Board of Review, oltre a ottenere una menzione fra i migliori dieci film dell’anno dall’American Film Institute. Fra i molti riconoscimenti, ha vinto tre Golden Globe, uno dei quali per Ali come miglior attore non protagonista. Uscito a metà novembre 2018, in poche copie, ha allargato la sua presenza a tutti gli Stati Uniti e incassato, in attesa della corsa agli Oscar (Candidato a 5 Premi Oscar 2019: miglior film, migliore attore protagonista – Viggo Mortensen, migliore attore non protagonista – Mahershala Ali, migliore sceneggiatura originale, migliore montaggio) già 35 milioni di dollari.