Per la serata finale di GOODFELLAS – Metropolis Young Spirit (il cineforum autogestito organizzato da Febbraio a Maggio al Cinema Metropolis dai ragazzi del Liceo Campus Leonardo Da Vinci) si è scelto di proiettare un film culto di due registi molto apprezzati anche dai Goodfellas: JOEL & ETHAN COEN con un classico “FARGO” del 1996.
Biglietto unico 5 euro.
Il film sarà preceduto dal cortometraggio “Guardami Negli Occhi”, regia di Riccardo Cozzari. Sarà presente il regista in sala.
“Non è un film minore dei Coen. E’ diverso: più pudico, più misurato, più realistico insomma più classico. Rappresenta la ferocia senza indossarne la maschera. Pur senza venir meno al suo talento figurativo, né al gusto del grottesco, Coen ha messo la sordina al suo virtuosismo nel raccontare questa tragedia della stupidità che, come molti ignorano, è più complicata dell’intelligenza. Secondo un noto economista italiano, l’umanità si divide in quattro categorie: gli intelligenti, gli stupidi, gli sprovveduti e i banditi. Il protagonista di ‘Fargo’, paese del Minnesota, o almeno colui che dà l’avvio alla tragedia, è una via di mezzo tra lo stupido e lo sprovveduto con risvolti da bandito. Nel finale la quieta poliziotta che risolve l’intrigo si fa, sconsolata, questa domanda: fare tutto questo per un po’ di soldi, dov’è la logica? Questo personaggio è la chiave del film, la sua novità, e non soltanto perché non si era mai vista, almeno a mia memoria, una donna incinta di sette mesi svolgere un’inchiesta criminale. (…) Come riferisce Sciascia, a uno studioso che andava raccogliendo favole popolari, una vecchia siciliana disse: ‘Il racconto niente è, tutto sta in come si porta’. I fratelli Coen lo portano bene (…)”. (Morando Morandini, ‘Il Giorno’, 24 maggio 1996).”Scritto e prodotto da Ethan e Joel, diretto al solito da Joel, ‘Fargo’ è un film diverso da quelli cui i fratelli sbarazzini ci hanno abituati. Inferiore a ‘Barton Fink’ e ‘Crocevia della morte’, superiore alla fiacca divagazione sul capitale di ‘Mister Hula Hoop’, è un poliziesco nella regola dura del genere, quasi classico nel suo procedere come nelle sue venature bizzarre, nei personaggi fortemente caratterizzati di un coro alla ‘Dick Tracy’. (…) ‘Fargo’ concede al genere tutto, ma lo carica con molta misura di tocchi, estremi e veridici e cerca ancore di salute in un mondo normalissimamente spietato”. (Goffredo Fofi, ‘Panorama’, 6 giugno 1996).